Ripensare la democrazia: la critica degli ordinamenti democratici nei saggi di Sabino Cassese e Jason Brennan

Sommario

Kràtos è la parola che anticamente il greco utilizzò per descrivere una forma di potere violento, repressivo e incontrollabile, come quello esercitato da Kronos sopra i propri figli, futura generazione delle divinità olimpiche. Démos, fino almeno al IV Secolo a.C.,era per lo più impiegato come sinonimo di òklos o pléthos, ossia la massa del popolo informe, pulsionale e irrazionale, ricalcando nel significato il più contemporaneo vocabolo francese populace. Non a caso i grandi retori dell’Atene classica erano reticenti nell’utilizzare la parola democrazia, preferendovi alternative più poetiche quali isonomìa o talvolta omònoia, ossia “l’equità/uguaglianza del diritto” oppure la “concordia delle menti”. Dunque democrazia, nella sua portata semantica originaria, fu un termine connotato molto negativamente, in quanto induceva a pensare a una forma di governo guastata e corrotta, viziata sin nel profondo. Le parole e il loro contenuto, anche se spesso trascurato, sono dunque sovente rivelatrici di verità intrinseche. E nel caso di “democrazia”, quasi a recuperarne con voce accresciuta l’antica valenza spregiativa, si impongono oggigiorno posizioni ad essa sempre più contrarie.

 

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